CRISI DEL FOTOVOLTAICO IN BRIANZA: LA PETIZIONE DI NIK E’ UNO SPIRAGLIO ANCORA APERTO

La Commissione per le petizioni del Parlamento europeo ha inviato un’informativa di aggiornamento sulla petizione n. 1331/2012 presentata da Roberto Nik Albanese, di cui fra pochi giorni ricorre il primo anniversario della scomparsa.


Pubblicato anche su MBNews il 23 gennaio 2017

Per aiutare il settore del fotovoltaico, in Brianza ma non solo, fermando le delocalizzazioni e tutelando la produzione dal dumping cinese, sono state introdotte, come chiedeva la petizione, specifiche misure che proseguiranno e saranno riesaminate a marzo del 2017. L’Europa risponde mentre l’Italia non ha ancora colto l’opportunità di sfruttare il Fondo Europeo di adeguamento alla Globalizzazione.

Nei mesi scorsi la commissione si è nuovamente espressa in merito alla petizione aggiungendo che, proprio come richiesto nella stessa, a seguito anche di un reclamo formale presentato dall'industria dell'UE, sono state condotte inchieste in materia di difesa commerciale che hanno portato all'introduzione di “misure antidumping e antisovvenzioni” (i regolamenti n. 1238/2013 e 1239/2013). Queste misure sono ancora in vigore e verranno periodicamente riesaminate fino a marzo 2017. Fino a tale data quindi l’esame della petizione resterà aperto con possibilità di applicare tali misure anche in futuro.

La petizione, presentata nel 2012 e considerata ricevibile nel febbraio 2013, aveva già avuto una prima risposta nel 2014: il problema era stato riconosciuto come europeo e non solo italiano e per questo, condividendone la preoccupazione, erano state indicate le soluzioni.
Contro la “concorrenza sleale che distorce”, la commissione aveva già proposto indagini specifiche e l’istituzione di “dazi antidumping e antisovvenzioni”. Proposte effettivamente approvate per cercare di ridare equilibrio al settore del fotovoltaico.
Contro la delocalizzazione invece, l’Unione aveva ribadito il sostegno all’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese per attrarre investimenti, puntando soprattutto ”sulla produzione "pulita" e sostenibile e sulle fonti energetiche rinnovabili”.

Per aiutare chi il lavoro l’ha perso per effetto di quanto denunciato da Albanese con la sua petizione, la soluzione, indicata chiaramente proprio dalla commissione, poteva essere quella di usufruire del FEG (Fondo Europeo di adeguamento alla Globalizzazione). Un’opportunità disciplinata da un apposito regolamento che stabilisce tempi e modalità (regolamento UE n. 1309/2013). La richiesta deve essere presentata dalle autorità italiane.

E’ ancora possibile rispettare i criteri per la richiesta e i tempi previsti dal regolamento FEG? Le autorità italiane possono ancora presentare istanza per questo fondo o per altri strumenti come il Fondo Sociale Europeo (FSE)?
Per dare una risposta a queste domande lanciamo un appello a chi ha seguito e sostenuto l’azione di Nik alla Commissione Petizioni così come nelle iniziative che hanno portato la questione in discussione al Senato, al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in Consiglio Regionale e in diversi Consigli comunali della Provincia di Monza e Brianza.

Sarà possibile quindi capire chi vuole veramente salvaguardare i posti di lavoro, chi vuole incentivare uno sviluppo moderno e pulito e chi, cogliendo l’intuizione di Nik, si impegnerà per raggiungere, contemporaneamente, tutti e due gli obiettivi.



Nella foto: Seduta Commissione Petizioni del Parlamento Europeo del 20.03.2014 (guarda il video). Presentazione di Roberto Albanese della petizione 1331/2012 sulla crisi del settore dell'energia solare in Italia.

LdA