Il presidente del Consiglio Renzi prevede licenziamenti in caso di vittoria del SI al referendum sulle trivelle del prossimo 17 Aprile. Ma dimentica che di posti di lavoro se ne sono già persi, tanti, nel settore delle energie pulite in particolare in Brianza. Centinaia di cassintegrati e licenziati delle aziende del fotovoltaico e dell’indotto, con casi ancora oggi al centro dell’attenzione come i 500 posti a rischio alla Compel-Linkra di Cornate d’Adda e Agrate Brianza.
Grazie all’impegno di Roberto Albanese, la crisi del fotovoltaico in Brianza (ma anche in Veneto e Trentino) è stata affrontata nei consigli comunali, regionali e al Parlamento Europeo. Al Ministero del Lavoro è stato presentato un progetto concreto per utilizzare il fondo di Adeguamento alla Globalizzazione a favore dei lavoratori. Ma il Governo non ha fatto nulla.
Due anni fa a Vimercate Renzi parlava di innovazione, ma ora ci propone di restare ancorati al passato. Non contano i posti persi nel settore delle energie pulite e la salute dei cittadini, valgono di più gli interessi delle lobby del petrolio e del gas. A causa di questa scelta altri posti si perderanno in Italia, in particolare nel settore turistico.
Con SI al referendum espresso con forza anche dalla Brianza diciamo no al ricatto.
Non rinunciamo alla salute per la minaccia di perdita di posti di lavoro. Le compagnie petrolifere non danno nessuna garanzia per il futuro: il lavoro terminerà comunque all’esaurimento delle esigue riserve, dopo aver avvelenato e sfruttato ancora per un po’ il nostro mare. Non vogliamo che il bene pubblico sia assoggettato all'interesse di pochi, come hanno evidenziato le recenti indagini giudiziarie su favoritismi e disastri ambientali collegati all'estrazione di idrocarburi.
Noi scegliamo uno sviluppo diverso: piccole e medie imprese, innovazioni e rinnovabili, turismo e agroalimetare.
Tra lavoro e ambiente possiamo scegliere tutti e due.
Non rinunciamo alla salute per la minaccia di perdita di posti di lavoro. Le compagnie petrolifere non danno nessuna garanzia per il futuro: il lavoro terminerà comunque all’esaurimento delle esigue riserve, dopo aver avvelenato e sfruttato ancora per un po’ il nostro mare. Non vogliamo che il bene pubblico sia assoggettato all'interesse di pochi, come hanno evidenziato le recenti indagini giudiziarie su favoritismi e disastri ambientali collegati all'estrazione di idrocarburi.
Noi scegliamo uno sviluppo diverso: piccole e medie imprese, innovazioni e rinnovabili, turismo e agroalimetare.
Tra lavoro e ambiente possiamo scegliere tutti e due.
Ecologisti e Civici - Verdi Europei Monza e Brianza
Lda