A TARANTO COME IN BRIANZA: PRODUZIONI VERDI E CONTROLLI PER EVITARE CRISI AMBIENTALI

A Taranto la crisi economico-ambientale dell’Ilva trascurata dalla politica per anni è scoppiata in tutta la sua gravità. Anche nella Brianza produttiva si deve agire per prevenire con una economia "verde". 


Sul problema dell'Ilva tutti i partiti, ed anche gli Ecologisti, concordano sulla necessità di conservare il lavoro e al tempo stesso di bonificare. Solo gli Ecologisti però sostenevano questa esigenza da prima che scoppiasse l'emergenza. Solo gli Ecologisti chiedono oggi che la soluzione sia trovata senza consentire alla proprietà che ha inquinato e corrotto, di continuare ad arricchirsi

Anche in Brianza, realtà economica e produttiva, serve da subito una politica con una seria difesa dell'ambiente per evitare future emergenze. Un’economia verde e produzioni pulite sono garanzia per contrastare l'attuale crisi economica e al tempo stesso evitare pericolose crisi ambientali. Su questo aspetto la politica non può temporeggiare ma deve agire.

Per questo gli Ecologisti e Reti Civiche di Monza e Brianza promuovono un’economia locale sostenibile, inclusiva e aperta al mondo. Sostengono la valorizzazione delle risorse locali e la creazione di nuovi posti di lavoro verdi (green jobs) legati all’introduzione delle eco-tecnologie.

Ribadiscono con forza il principio che chi ha inquinato deve pagare, a Taranto come in Brianza (nel ricordo di quanto è successo per lo sversamento di petrolio nel Lambro) e che l'economia e le produzioni locali virtuose (come la produzione brianzola di pannelli fotovoltaici) devono essere conservate e sostenute perché garanzia di ottenere entrambi gli obiettivi: una produzione "viva", portatrice di posti di lavoro, e al tempo stesso pulita.

LdA