SREBRENICA: 40 ANNI DI CARCERE PER IL GENOCIDIO COMMEMORATO LO SCORSO LUGLIO


Ieri la condanna a Karadzic per genocidio (8000 musulmani uccisi in Bosnia nel 95). Lo scorso luglio Roberto Albanese portò a ‪Srebrenica‬ la bandiera europea


Riproponiamo il racconto della partecipazione di Roberto Albanese alla commemorazione del 20° anniversario del genocidio di Srebrenica per il quale Karadzic è stato condannato ieri dalla corte dell'Aja a 40 anni di carcere.

28 Luglio 2015

A SREBRENICA (BOSNIA) LA BANDIERA EUROPEA VIENE DA … MONZA!

Roberto Albanese, presidente della associazione Ecocivici Verdi Europei di Monza e Brianza ha partecipato alla commemorazione del 20° anniversario del genocidio donando la bandiera europea a Zijo Ribic sopravvissuto al massacro

Comunicato stampa
A SREBRENICA (BOSNIA) LA BANDIERA EUROPEA VIENE DA … MONZA!
Ovvero storia del simbolo di cittadinanza europea venuto in Bosnia dalla nostra città

Chi si reca oggi in Bosnia nota subito la recrudescenza di simboli nazionalisti, come i numerosi manifesti sui muri con il faccione di Putin, e di insegne commerciali della crescente presenza economica turca; questo mentre non si vedono scritte, insegne pro-Europa o bandiere europee. Anche l’unica associazione interetenica di Srebrenica, Adopt Srebrenica, nata grazie all’impegno della Fondazione Alexander Langer di Bolzano, risultava sino ad ora sprovvista della bandiera europea. Così raccontiamo la storia dell’unica bandiera europea che invece oggi si trova a Srebrenica, arrivata in Bosnia proprio dalla nostra città.

Roberto Albanese, presidente della associazione Ecocivici Verdi Europei di Monza e Brianza, ha partecipato alla delegazione italiana - organizzata dalla Fondazione Alexander Langer di Bolzano e costituita da una sessantina di persone – che ha presenziato in Bosnia sabato 11 luglio scorso alla commemorazione del 20° anniversario del genocidio di oltre 6.500 uomini e ragazzi mussulmano bosniaci da parte delle milizie serbo bosniache. Albanese ha dichiarato: Potevamo solo portare la nostra solidarietà morale, e di questa pochezza  mi vergognavo; ma quando ho sentito dirmi,  mentre in marcia verso il memoriale di Potokary sventolavo la bandiera dell’Europa,  “thanks for coming”, sono restato colpito e commosso. Ho capito che anche questo piccolo gesto era utile perché per i bosniaci rappresentava un conforto”.

Per questo alla fine, la bandiera europea venuta da Monza è stata lasciata da Albanese nelle mani di Zijo Ribic, ragazzo rom mussulmano orfano dalla terribile storia, scampato al massacro. 


Consegna della bandiera UE a Zijo Rubic

Questo nell’augurio che anche voi presto facciate parte dell’Europa, abbiamo detto tutti insieme a Zijo, prosegue Albanese. E con l’impegno di ospitarlo presto in Italia - e a Monza pure -  Zijo, perché ci racconti la storia sua e del suo popolo.

Tornato a Monza, Albanese (che alle ultime elezioni europee è stato candidato monzese al Parlamento di Strasburgo) si è messo al lavoro e ha scritto una bozza di interrogazione all’Europa sui problemi rilevati durante la missione in Bosnia (sotto il testo).  L’interrogazione propone ai deputati europei (compresi quelli eletti a Monza e Brianza…) di presentare al Parlamento di Strasburgo la richiesta che l’Europa rafforzi il suo impegno in Bosnia. In particolare due sono le proposte avanzate: 1) far in modo che le forze di sicurezza siano messe in condizione di prevenire e impedire azioni violente dei gruppi nazionalisti, come quelle subite 11 luglio scorso a Srebrenica dal primo ministro serbo e da cittadini bosniaci; 2) soprattutto sostenere l’impegno per la pace delle donne bosniache. Infatti proprio coloro che in Bosnia  Erzegovina durante la guerra hanno perso figli e mariti – evidenzia  Albanese – oggi dimostrano di essere il soggetto più attivo e cruciale nella promozione di strategie di riconciliazione e anche di sviluppo di quel Paese.

Associazione eco civici Verdi Europei di Monza e Brianza - Monza, 17 luglio 2015

BOZZA DI INTERROGAZIONE AL PE SU INCIDENTI E TENSIONE L’11 LUGLIO 2015 A SREBRENICA (BiH) E RUOLO PACIFICATORE DELLE DONNE BOSNIACHE

Considerando che

il primo ministro serbo della Serbia Aleksandar Vucic e la sua delegazione sono stati aggrediti con pietre e altri oggetti durante la loro visita al memoriale di Srebrenica l'11 luglio, 2015. Più tardi, sempre nella stessa giornata, a dire di Euronews, comitive di bosniaci che dopo l’evento passavano attraverso un villaggio serbo-bosniaco vicino, sono stati attaccati con tutta probabilità come gesto di ritorsione per l'assalto portato al primo ministro della Serbia;

la commemorazione dell’11 luglio, che per i cittadini della Bosnia Erzegovina avrebbe dovuto rappresentare occasione per rammentare il pericolo per la pace in BiH e in Europa rappresentato dalla presenza a livello di società bosniaca di forme estreme di nazionalismo di stampo opposto, in realtà si è trasformata in palcoscenico per forze che si richiamano ancora a questi modelli violenti e intolleranti. Ciò ha  oscurato se non distrutto la ricaduta politica e mediatica del significativo momento  di dialogo in chiave di riconciliazione comunque intercorso, durante la cerimonia, tra il primo ministro della Serbia e le madri di Srebrenica;

l’attacco contro Vucic e la sua scorta, come testimoniano osservatori internazionali presenti alla commemorazione, risulterebbe esser stato favorito anche dalla limitatezza delle misure di prevenzione di ordine pubblico messe in campo dalle forze di polizia nei confronti di gruppi di agitatori nazionalisti e anti accordi di Dayton, che l’11 luglio hanno avuto libero accesso e libertà di movimento nell’area del memoriale di Potokary.

si chiede:

che la Commissione,  considerato che dalle informazioni ricevute da testimoni presenti ai fatti risulterebbe che le forze dell'ordine della BiH siano ancora impreparate a svolgere il loro ruolo in situazioni di tensione  di intensità di quella verificatasi l’11 luglio, relazioni su quale sia ad oggi lo stato di avanzamento del supporto tecnico che la UE continua a fornire alle forze dell'ordine della BiH per garantire il loro ottimale funzionamento, ciò anche al fine che in futuro si eviti il ripetersi di eventi come quelli successi l’11 luglio a Srebrenica e villaggi vicini ;

che la Commissione, considerato che le donne di Bosnia Erzegovina e in particolare di Srebrenica oggi stanno dimostrano di essere il soggetto sociale più propenso ad agire come forza di riconciliazione, relazioni su quello che oggi è l’effettivo coinvolgimento di tale componente della società civile bosniaca nei programmi europei (compresi i Programmi di Cooperazione INTERREG 2014-2020) rivolti a promuovere processi che portino in modo duraturo la Bosnia-Erzegovina e l’intera area geo-politica della ex-Jugoslavia sulla strada della pace e dello sviluppo.

Altre foto della missione in Bosnia


Con i giornalisti italiani presenti a Srebrenica (Adriano Sofri)


Il gruppo della Fondazione Langer 


In marcia, arriviamo al Memoriale di Potokary


Link utili 

Da Alexander Langer a Srebrenica: 2-11 luglio 2015
Srebrenica, la strage dei Rom di Skocic
"Io, sopravvissuto camminando sui cadaveri". Quel massacro tre anni prima di Srebrenica

LdA