CRISI FOTOVOLTAICO: UN DOSSIER SULLA SITUAZIONE IN PROVINCIA DI BOLZANO

Un approfondimento sulla crisi del fotovoltaico che ha colpito, oltre alla Brianza, la provincia di Bolzano.  Grazie alldocumentazione ricevuta direttamente dai lavoratori riportiamo un'opportuna ricostruzione della situazione nella quale si trova la Silicon Solland di Merano, importante azienda italiana produttrice della materia prima per pannelli fotovoltaici  

Nella bella città di Merano esiste da quasi un secolo un importante sito industriale che ha cambiato più volte nome: Montecatini, Montedison, Memc. ora SunEdison e Solland Silicon.
Specializzato nella produzione di silicio monocristallino (utilizzato nell'elettronica e per questo iper-puro) e policristallino (alla base dell'industria del fotovoltaico) questo sito industriale sta vivendo da 4 anni una crisi che proprio in questi giorni tocca il suo culmine.

Le tappe della crisi

La SunEdison (questo il nome della Memc dal 2013) ha venduto alla Solland Silicon il ramo della produzione del silicio policristallino alla fine del 2014.
Da tempo questo settore produttivo era in crisi: la richiesta di pannelli per l'energia solare ha infatti subito negli ultimi anni una forte compressione sui mercati mondiali, cui si aggiunge una concorrenza spietata a livello internazionale nella produzione del silicio policristallino (grazie ad una manodopera sempre più mal pagata).

Nel 2009 la Memc prospettava ancora uno sviluppo positivo del settore ma il ridimensionamento degli incentivi per l'installazione di pannelli ad energia solare ha bloccato la produzione lasciando solamente ingenti costi di manutenzione dell'impianto produttivo. Entra in scena la Solland Silicon del gruppo Pufin Power di Massimo Pugliese, cui la SunEdison cede il ramo d’azienda. 

Ma la produzione non riparte, anzi la situazione peggiorar quando la Solland Solar Cells, importante snodo della filiera produttiva legata alla Solland Silicon fallisce.
In questi anni i 157 operai dello stabilimento hanno vissuto un calvario: annuncio di licenziamento, cassa integrazione, lavoro a rotazione, sempre nella speranza che la produzione ripartisse.
Comune e Provincia  hanno espresso solidarietà agli operai, che hanno manifestato ancora davanti al Ministero per lo Sviluppo Economico. Come saranno definite le responsabilità e quali misure verranno adottate a tutela del lavoro e degli operai?

Ed inoltre: la cessione del reparto policristallo alla Solland Silicon è costata 10 milioni di euro. Non risulta che sia ancora stata fatta la bonifica e la messa in sicurezza del terreno che pure era prevista nell'atto di compravendita.



Impegno e partecipazione su un'unica vertenza, quella occupazionale 

Già negli anni 70 lo stabilimento ha rischiato di essere chiuso definitivamente.Con una improvvisata assemblea il consiglio di fabbrica decise di reagire alla chiusura con un provvedimento forte ed impegnativo: l'occupazione della fabbrica (durata 315 giorni ininterrotti !) .

L'azione sindacale ha realizzato attorno alla fabbrica una forte ed ampia solidarietà di tutti i lavoratori e di tanti cittadini. La fabbrica andava adeguata ai tempi, non chiusa.

I lavoratori erano impegnati in prima persona ad effettuare manutenzioni e controlli  nella fabbrica occupata e fuori, insieme al sindacato, nell'organizzazione di manifestazioni tra la gente e le autorità cittadine. L'obiettivo era quello di convogliare la maggior parte dei lavoratori su un'unica vertenza, quella occupazionale.
Infatti altre vertenze si aprirono, coinvolgendo tutto il territorio meranese. Vertenze in diversi settori affrontate con  un crescendo sempre più vasto di partecipazione e di coinvolgimento.

A 40 anni di distanza quella grande stagione di impegno e partecipazione, di attività sindacale dal chiaro profilo “culturale”, indica ancora oggi una strada.