In attesa di novità sulla proposta di utilizzo del Fondo Europeo adeguamento Globalizzazione per contrastare la crisi del solare in Brianza, gli Ecologisti sono al lavoro per chiedere modifiche al Decreto 91 competitività e fotovoltaico. Oltre alla riconosciuta incostituzionalità del provvedimento presentati in Senato numerosi emendamenti per evitare la perdita di credibilità delle politiche italiane sulle rinnovabili.
LA NORMA E’ INCOSTITUZIONALE: LO CONFERMA IL PRESIDENTE EMERITO DELLA CORTE COSTITUZIONALE VALERIO ONIDA - notizie dalla rete a cura di Luca Micucci
Inserita nel decreto legge omnibus discusso lo scorso 13 giugno, tale norma (scarica il testo) è nata con l’obiettivo di ridurre le bollette alle Piccole e Medie Imprese, ma di fatto taglia le risorse destinate agli impianti solari già funzionanti causando il licenziamento di almeno 10.000 lavoratori proprio delle Piccole e Medie Imprese. Asso Rinnovabili (Associazione dei produttori, dell’industria e dei servizi per le energie rinnovabili) si dichiara incredula sull’adozione di tale provvedimento e di un tributo ad hoc (l’ennesimo per il settore che dalle ipotesi che circolano potrebbe addirittura avere i ricavi come base imponibile), prevede nei prossimi anni sarebbe centinaia, forse migliaia, di ricorsi alla Corte Costituzionale.
Un inaccettabile provvedimento retroattivo che allontana definitivamente gli investimenti dall’Italia, diminuiti già del 58% dal 2007, danneggia la credibilità del Paese e tradisce la certezza del diritto. Ancor più grave il fatto che: sono state ignorate le numerose proposte alternative, presentate dall’associazione, che porterebbero al condivisibile obiettivo di abbassare le bollette delle PMI
senza affossare il settore.
L’unica spiegazione potrebbe essere la difesa degli interessi di alcune lobby e non degli interessi generali del Paese. Il provvedimento non considera le conseguenze disastrose per gli operatori e i lavoratori, per l’ambiente e la salute dei cittadini. E’ un provvedimento contro l’Unione Europea (apparirebbe in conflitto con gli obblighi internazionali derivanti dal Trattato sulla Carta Europea dell’Energia) e contro la Costituzione Italiana che condanna ogni genere di norma retroattiva (artt. 3 e 41 della Costituzione).
A tal proposito il Presidente Emerito della Corte Costituzionale, Valerio Onida, ha formulato un parere sulla legittimità costituzionale dello “spalma incentivi” obbligatorio in quanto un simile provvedimento violerebbe sia le norme costituzionali in materia di retroattività e di tutela dell’affidamento, sia gli obblighi internazionali.
Infatti: qualora approvata, tale norma interverrebbe su rapporti di durata già cristallizzati in contratti di diritto privato (le convenzioni con il GSE), o comunque su decisioni già assunte dai produttori, che hanno effettuato investimenti e contratto oneri in base a previsioni economiche di cui l’aspettativa dell’incentivo è parte determinante. Gli investimenti, che devono godere della “piena tutela e sicurezza”, non devono essere colpiti da modifiche (in senso deteriore) delle condizioni giuridiche ed economiche in base alle quali sono stati effettuati.
I vizi di costituzionalità, conclude il Professor Onida, sussisterebbero anche nell’ipotesi in cui venisse prolungata la durata dell’incentivo, a compensazione della riduzione del suo valore. Infatti, “un credito non ha lo stesso valore quale che sia il tempo in cui viene soddisfatto” e in caso di finanziamento “potrebbe rendere impossibile per i produttori far fronte agli impegni assunti con gli istituti di credito”.
Chiediamo a Renzi, Guidi, Padoan e Galletti – dice l’Ufficio Stampa assoRinnovabili - di ripensarci e di non spegnere la green economy che è uno dei pilastri fondamentali per lo sviluppo economico ambientalmente sostenibile del nostro Paese.
LA BATTAGLIA DI EMENDAMENTI
La questione ovviamente è di interesse nazionale ed arriva al Senato. Monica Casaletto, senatrice brianzola del Gruppo Misto - denuncia come tale proposta conferma il fatto che in Italia pare proprio che si voglia affossare le fonti rinnovabili. Sono stati presentati in Senato, anche grazie alla collaborazione degli Ecologisti, emendamenti al decreto, circa 1700.
Tra le modifiche più richieste, ad esempio, oltre alla necessità di riaccorciare i tempi relativi alle tariffe incentivanti da “24 anni” a “20 anni”, l’incremento del 10% delle componenti fisse degli oneri generali di sistema (emendamento di De Petris, Stefano, Casaletto). Altre modifiche riguardano principalmente l’articolo 24, la tassa per le reti private e per gli impianti che producono senza scambio con la rete. E’ possibile leggere gli emendamenti a questo link.
Nonostante la pesante mancanza di una forza ecologista in Parlamento, è stata avviata una collaborazione con le associazioni ambientaliste. per la presentazione di emendamenti. Lo scorso 17 giugno Green Italia – Verdi Europei insieme ad Assorinnovabili, Legambiente e il Coordinamento FREE (Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica) si è tenuta una conferenza stampa a Roma per dire “NO ALLO SPALMA INCENTIVI” (Leggi il comunicato). E’ stata Presentata anche un'interrogazione alla commissione europea.
IL TESTO DEGLI EMENDAMENTI AMBIENTALISTI AL DECRETO “SPALMA INCENTIVI” AL SETTORE FOTOVOLTAICO PRESENTATI AL SENATO DA PARTE DELLA SENATRICE MONICA CASALETTO
Proponiamo il testo dei cinque emendamenti presentati dal Gruppo Misto, di cui fa parte anche la senatrice Monica Casaletto, al testo del Disegno di Legge N.1541 “Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, recante disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea”, che conferma i contenuti del Decreto Legislativo 91 c.d. "spalma incentivi".
Gli emendamenti rappresentano anche il frutto delle proposte indicate alla senatrice Monica Casaletto da parte dell’associazione Ecologisti Retri Civiche Verdi Europei di Monza e della Brianza.La discussione degli emendamenti potrà essere seguita in streaming sul sito del Senato.
ARTICOLO 24 – 3 emendamenti
Il primo emendamento prevede l’eliminazione dell’art.24.
Il secondo emendamento invece prevede la sostituzione con il seguente:
«Art. 24. – (Disposizioni in materia di esenzione da corrispettivi e oneri del sistema elettrico per reti interne e sistemi efficienti di produzione e consumo) – 1. A decorrere dal 1º gennaio 2016, i corrispettivi tariffari di trasmissione e di distribuzione dell’energia elettrica, nonché quelli a copertura degli oneri generali di sistema di cui all’articolo 3, comma 11, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, e degli oneri ai sensi dell’articolo 4, comma 1, del decreto-legge 14 novembre 2003, n. 314, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 dicembre 2003, n. 368, sono determinati, per gli impianti di potenza superiore a 100 kW, facendo esclusivo riferimento a parametri relativi al punto di connessione dei medesimi clienti finali, fatto salvo quanto disposto ai commi 2 e 3.
2. Per le reti interne di utenza di cui all’articolo 33 della legge 23 luglio 2009, n. 99, e successive modificazioni, per i sistemi di cui al secondo periodo del comma 2 dell’articolo 10 del decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115, e successive modificazioni, nonché per i sistemi efficienti di utenza di cui al comma 1 del medesimo articolo 10, i corrispettlvi a copertura degli oneri generali di sistema di cui al comma 1, limitatamente alle parti fisse, si calcolano incrementando in misura pari al 10 per cento della quota.
3. Sono fatti salvi gli effetti dei provvedimenti adottati dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico in attuazione dell’articolo 33 della legge 23 luglio 2009, n. 99, e successive modificazioni, e dell’articolo 10 del decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115, e successive modificazioni, per le parti compatibili con le disposizioni dei precedenti commi».
Il terzo emendamento invece la modifica parziale, sopprimendo il comma 4.
ARTICOLO 25 – 2 emendamenti.
Il quarto emendamento prevede l’eliminazione dell’art.25.
Il quinto emendamento invece prevede la modifica parziale dell’art.25, prevedendo, al comma 1, di aggiungere, in fine, le seguenti parole: «, fatta eccezione per i titolari degli impianti di potenza nominale inferiore a 10 Kw».
LdA