
Sono 149 le osservazioni presentate al Piano, adottato a dicembre 2011 e che si avvia all’approvazione nonostante qualche incidente di percorso. Su queste osservazioni una considerazione appare chiara: da una parte ci sono i disperati appelli alla tutela del territorio delle associazioni, dall’altra le richieste di ulteriore cementificazione, prevalenti in numero sulle prime.
Le associazioni si sono mobilitate in ogni angolo della Provincia per preparare specifiche osservazioni e per far comprendere a chi dovrà decidere la gravità della situazione. Con il coordinamento dell’Osservatorio PTCP, che ha seguito tutto l’iter del piano, le osservazioni presentate dalle associazioni sono visibili al sito: http://www.alternativaverde.it/PTCP/ptcpindex.html
Si chiede ora alla politica locale, che dovrà affrontare la valutazione di queste osservazioni, di garantire la vivibilità e la salute per la nostra generazione e per quella futura.
Per le associazioni, spesso impegnate in progetti di educazione ambientali, far comprendere questo aspetto è forse più facile proprio rivolgendosi alle nuove generazioni. Diventa invece un’impresa disperata superare gli interessi e le diverse priorità che la politica, provinciale e non solo, continua ad avere e che continuano a prevalere.
Nuova edificazione e trasformazione avanzata proprio da chi, nell’amministrare il bene pubblico, dovrebbe operare nella direzione contraria. Perché tutto questo, nonostante la crisi del mercato immobiliare, la disponibilità di case sfitte e la possibilità di recuperare aree dismesse? Il miraggio degli oneri di urbanizzazione ingolosisce ancora le casse delle amministrazioni locali che continuano così a scegliere il cemento peggiorando ulteriormente la situazione
Per chi si impegna nella tutela del territorio tale atteggiamento è sconfortante e sembra segnare una distanza enorme nel modo di concepire le esigenze della nostra provincia, la più urbanizzata d’Italia. Una distanza enorme che deve essere colmata.
Per gli Ecologisti e Reti Civiche Monza e Brianza la tutela del suolo e della biodiversità è essenziale e prioritaria. I nuovi interventi edificatori, se necessari, devono realizzarsi esclusivamente su aree dismesse, non consentendo alcuna trasformazione di aree agricole o a verde. Questo è un impegno serio, improcrastinabile, da sostenere con coerenza.
Nella convergenza di intenti tra la difesa dell’interesse pubblico e la corretta scelta politica c’è l’unica possibilità di salvezza per il nostro territorio.
LdA