2. La nostra analisi: punti di forza della situazione monzese
3. Monza capoluogo della Brianza e città europea
4. La nostra visione: conversione ecologica e convivenza civile
L’art.3, punto 5) della legge 25/3/93 n.81, che all’atto della presentazione della candidatura alla carica di Sindaco e della lista dei candidati al Consiglio comunale, debba necessariamente essere allegato il programma amministrativo, che verrà affisso all’Albo Pretorio del Municipio. Presentiamo quindi il documento di base che fotografa il progetto politico degli Ecologisti e Civici monzesi; l’analisi sviluppata riguarda :
- la lettura della situazione locale (vista nelle sue criticità e opportunità);
- la descrizione della strategia di intervento proposta, che precisa 14 criteri guida di buon governo e 40 proposte programmatiche;
- la carta dei principi condivisa da candidato Sindaco e candidati a consigliere alle prossime elezioni del 6 Maggio 2012;
- 8 schede tematiche di approfondimento;
- una sezione di documentazione che riporta le due mozioni di iniziativa monzese approvate all’assemblea costituente degli Ecologisti e Civici del 26/27 Novembre 2011 a Roma.
Quindi il presente documento di base è da intendersi come punto di partenza per l’elaborazione del programma amministrativo previsto per legge. Programma che deriverà dalla sintesi tra il presente documento e i contributi che i cittadini interessati potranno inviarci via mail entro la data del 30 Marzo 2012.
1.1. La nostra analisi: punti di debolezza della situazione monzese
L’ambiente malato ha effetti precisi sulla salute, causando, come sostiene l’Organizzazione Mondiale della Sanità delle Nazioni Unite, un decesso su cinque. A Monza questa realtà è ulteriormente aggravata dalla cronica debolezza delle istituzioni comunali, provinciali e regionali, come è apparso evidente durante l’emergenza Lambro / Lombarda Petroli del febbraio 2010. Del resto i risultati ottenuti dalle politiche ambientali locali sono tutt’altro che lusinghieri, come dimostrano le ultime statistiche ambientali ISTAT disponibili.
Sui temi ambientali a Monza è sempre mancato un quadro strategico, sia conoscitivo come operativo, come dimostra il dato clamoroso evidenziato dall’ISTAT di questo 20% di acque di scarico non depurate, fenomeno che non ci risulta sia stato mai analizzato né tantomeno affrontato.
Del resto l’amministrazione Mariani nei fatti si è sostanzialmente caratterizzata per una politica di semplice “ordinaria amministrazione”. Per di più, per finanziare il bilancio, ha perseguito una politica di consumo dissennato del territorio che peggiora ulteriormente la qualità della vita dei residenti, snatura l’identità ambientale e storica della città, annulla quanto resta a Monza di agricoltura - attività primaria per l’uomo e per l’equilibrio del territorio - riduce l’attrattività del nostro territorio dal punto di vista turistico e dell’insediamento di aziende. Vuol consumare per una sola opera pubblica – lo Stadio Brianteo – 40 milioni di Euro, ovvero poco meno di ¼ dell’intera cifra indicata per tutte le opere pubbliche di cui è prevista la realizzazione nel 2012 e quasi 1/3 dell’intera spesa per investimenti del Bilancio 2011. Consideriamo questa come una spesa totalmente improduttiva, che ha solo senso come campagna elettorale ma non certo per lo sviluppo della comunità.
Purtroppo anche la Regione Lombardia fa la sua parte nell’appoggiare e finanziare opere inutili reclamate dalle forti lobbies locali sostenute dalla Giunta Mariani, come il “Centro Espositivo Polifunzionale”, ovvero la nuova fiera previsto nell’area v.le Sicilia / via Stucchi.
Mentre l’Amministrazione Comunale procede in questa politica di spreco di denaro pubblico e di disattenzione in tema dello sviluppo locale durevole e sostenibile, la crisi peggiora la situazione sociale della nostra città. Anche Monza è toccata dagli effetti negativi della globalizzazione e della crisi finanziaria del debito sovrano, come l’aumento del costo della vita, la difficoltà a reggere l’indebitamento (mutui, ecc.), la riduzione dell’occupazione in ragione delle delocalizzazioni selvagge delle imprese, l’inaridirsi delle relazioni sociali comunitarie.
Il settore manifatturiero a Monza quasi non esiste più e le imprese sopravissute si spostano altrove, in quanto gli affitti degli stabili industriali nella nostra città sono troppo elevati. Come si è verificato nel caso dell’azienda monzese più “antica” del settore fotovoltaico, che ha dovuto trasferirsi dalla nostra città a Cinisello Balsamo
Dunque oggi la crisi non è più solo ambientale ed economica, ma riguarda l’ecologia umana, cioè le ragioni più profonde dello star insieme della comunità che abita il territorio della città di Monza, oggi più che mai messe in discussione.
La crisi della famiglia e delle istituzioni formative e più in generale l’impoverirsi valoriale del mondo adulto, ovvero quello che è stato definito il “disastro antropologico” dei nostri giorni, ha portato alla grave emergenza educativa che il nostro Paese attraversa e che non risparmia Monza. Tra l’altro assistiamo alla perdita di sensibilità sociale (si pensi alla disattenzione alla situazione del carcere), al diffondersi di nuove dipendenze (ad esempio da gioco d’azzardo) e ad un allarmante fenomeno di regressione delle capacità alfabetiche della popolazione adulta e alla crescente ignoranza sociale di maneggiare gli strumenti della conoscenza (illetteralismo,
vedi oltre). Fenomeni che, associati all’elemento dispersione scolastica, da sempre piuttosto ampia a Monza e in Brianza, porta all’impoverimento culturale ed etico delle persone, rendendo più difficile la mobilità sociale verso l’alto.
Il bisogno urgente di educare i giovani al mondo globalizzato proponendo modelli formativi “cosmopoliti”, che non siano unicamente prerogativa dei ceti più ricchi e delle elité sociali più culturalizzate della città, a Monza non trova risposta. Al di là del lodevole volontarismo degli operatori, strategie educative istituzionali adeguate, ovvero sistemiche, personalizzate e diffuse, non esistono ancora.
Di fronte a questa realtà l’Amministrazione Comunale di Monza si presenta con strumenti politici a nostro avviso inadeguati all’urgenza e alla dimensione dei problemi di oggi, scarsamente innovativi e con un’organizzazione della macchina comunale certamente non all’altezza dei compiti da svolgere.
1.2 - La nostra analisi: punti di forza della situazione monzese
Se questi aspetti rappresentano gravi elementi di debolezza, Monza ha anche punti di forza da non sottovalutare.
Oltre alla ricchezza dell’ambiente naturale (Parco, Giardini della Villa, verde urbano e Lambro soprattutto) e dei beni storico-artistici (Duomo, Villa Reale, Centro Storico), per questo conosciuta nel mondo sin dall’800, va sottolineata la presenza di grandi aziende fortemente innovative e di elevata internazionalizzazione (almeno rispetto alla media della realtà italiana). Aziende operanti sul fronte diagnostico e farmaceutico (Roche, Philips e Rottapharm), nel settore medicale, energetico e biotecnologie mediche (con la SAPIO - Società Anonima Produzione Idrogeno e Ossigeno), a livello di Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (a Monza è attivo il centro di Ricerca e Sviluppo della multinazionale Cisco). Ad es. la Roche, leader in innovazione e presente a Monza con i suoi laboratori di ricerca clinica, ha oltre il 20% del fatturato investito ogni anno in Ricerca e Sviluppo. A queste si aggiungono interessanti iniziative nell’ambito del fotovoltaico realizzate nel nostro territorio. A Brugherio è attivo l’Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA) del CNR, che sta curando anche l’avvio (spin off) di imprese che realizzino sistemi di monitoraggio elettronico della qualità delle acque ma che le istituzioni sostanzialmente lasciano solo in questo impegno a sviluppare ecotecnologie nel settore acque.
Dunque l’industria green o ecoindustria si sta affermando anche nel nostro territorio, sia pure non alla stessa velocità che in altre parti d’Europa, in ragione del mancato adeguato sostegno da parte del potere pubblico.
Altra risorsa che caratterizza il territorio di Monza Brianza (e lo rende secondo solo alla Provincia di Bolzano) è la diffusione del volontariato e l’attivismo dell’associazionismo, nei vari ambiti in cui esso si articola, dal sociale, alla cultura, all’ambientalismo. In città è pure presente una ricca tradizione in ambito educativo e formativo, scolastico ed extra-scolastico, con una lunga e gloriosa storia. Notiamo però un distacco tra questa realtà e i programmi dell’Ente Locale che, ad esempio, non è riuscito ad attuare un forte coinvolgimento di questa nel Piano Giovani di recente adozione. Malgrado ciò, crediamo che proprio a questo livello, in particolare nell’ambito scolastico, ovvero nella positiva convivenza tra i nostri figli e quelli degli immigrati extra comunitari, stia per nascere quella nuova cultura di “umanesimo planetario” di cui Monza ha particolarmente bisogno. Questa, se debitamente valorizzata, renderà Monza e il nostro Paese realtà accogliente, tollerante e capace di competere nella nuova realtà sociale ed economica della globalizzazione.
Monza è sicuramente una città ricca; questa forza economica si trasmette sulla stessa tenuta finanziari dell’amministrazione, che resta notevole. Comunque l’agenzia di rating Fitch colloca la nostra città non nelle due categorie più sicure, ma nella terza, definita di rischio di tipo medio basso, avendola declassata nel mese di febbraio 2012 da A a A-.
Nella attuale situazione di crisi e di incertezza assistiamo al congelamento della ricchezza delle famiglie che, per incertezza e paura, non è reinvestita. Bisogna invece ridare fiducia nel futuro, facendo forza sulla tradizionale intraprendenza e sul filantropismo monzese e brianteo, per rimettere in circuito la ricchezza, al fine un generale miglioramento già da oggi della qualità urbana e della vita nonché per garantire gli interessi delle future generazioni. L’Amministrazione Comunale può svolgere un ruolo forte nell’animare un processo di animazione sociale in tale direzione. La nostra proposta di ecobond monzesi della green economy e della responsabilità sociale d’impresa, più avanti illustrata, vuole essere una risposta in tal senso.
Infine, malgrado l’Amministrazione Comunale non disponga di una consolidata tradizione storica di efficienza, riteniamo che la dimensione della città e la ricchezza di professionalità interne all’Ente siano tali per cui si possa prevedere una reale governabilità locale, in chiave di gestione efficace, innovativa e partecipata, delle politiche ambientali, sociali e di sviluppo del territorio monzese.
1.3 - Monza capoluogo della Brianza e città europea
Di fronte alla gravità e complessità della situazione non è possibile pensare che la soluzione dei problemi venga da risposte esclusivamente locali. La risposta deve essere insieme locale e globale (g_locale), ovvero non può che essere europea, attraverso una strategia comune a livello UE e di Stati, ma dove anche le comunità locali possono svolgere un ruolo importante. Anzi sono obbligate, come del resto dimostra la procedura d’infrazione aperta dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia per la mancanza di adeguata depurazione delle acque, già documentata da questa relazione per quanto riguarda Monza.
L’Europa recentemente si è dotata di uno strumento definito Strategia UE 2020 che ha come obiettivo una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. L’Europa lega il suo sviluppo ad una economia a bassa emissione di anidride carbonica (che nel 2020 abbia ridotto del 20% le emissioni, del 20% i consumi e con il 20% della produzione energetica proveniente da fonti rinnovabili) che sia competitiva e inclusiva, con vantaggi per tutti e non solo per i gruppi sociali più forti. Sono in via di definizione l’Energy Roadmap 2050 e la Direttiva europea sull'efficienza energetica, che dovrà essere recepita anche in Italia, dal livello nazionale a quelli locali. Del resto gli esperti dell’Università Bocconi hanno calcolato che. in Italia, il raggiungimento degli obiettivi della direttiva europea 20-20-20 trascinerebbe con sé in dieci anni un incremento occupazionale valutato tra i 100.000 e i 250.000 nuovi posti di lavoro. Gli stessi fondi che la UE eroga, e che sono rivolti anche alle comunità locali, sono ora condizionati alla compatibilità con gli obiettivi della Strategia UE 2020. Quindi, ad esempio, quando la citata Direttiva sarà entrata in vigore, i comuni avranno l’obbligo di rendere energeticamente efficienti gli stabili pubblici per una quota annua del 3%.
In questo quadro, Monza deve svolgere un ruolo politico progettuale trainante almeno proporzionale al peso che la nostra città ha in quanto significativa realtà economica della Lombardia e capoluogo della Brianza,
Noi crediamo che l’Amministrazione Comunale possa fare la sua parte per dare un contributo a che il Pubblico affronti l’esigenza di rivitalizzare il capitale sociale che Monza, città del lavoro, ha eredito dalla sua storia. Si tratta di mettere a sistema le potenzialità economiche presenti nel territorio, oggi disconnesse, autoreferenti e sofferenti, nonché di sostenerle. Sia finanziariamente, sia con un intervento pubblico che crei le condizioni strutturali, urbanistiche, logistiche, di attrattività che faccia crescere una nuova realtà imprenditoriale forte e diffusa. La prospettiva della green economy è l’unica strada per uscire, anche in Brianza, dal circolo vizioso della competizione a basso costo con i paesi emergenti, invertendo la tendenza al ridimensionamento del sistema industriale manifatturiero ormai in atto anche nel nostro territorio. Infatti uno studio della Commissione Europea del 2008 prevede che la green economy interesserà per il 60-70% proprio l’industria manifatturiera e dei servizi di ingegneria e di installazione, ambiti produttivi che molto hanno a che fare con la vocazione produttiva del nostro territorio.
Dunque noi, con i Verdi europei i quali hanno lanciato la proposta di un green new deal, crediamo che lo sviluppo sostenibile sia il cuore di un programma, locale e nazionale, di uscita alla crisi e transizione verso una società ecologica. Monza ha i requisiti per poter essere una città di buona amministrazione e di lungimirante eco innovazione di livello europeo. Questo è quanto ci proponiamo di raggiungere.
Questa visione costituisce punto di partenza per una svolta socio-economica legata ad un’azione efficace e di sistema per la protezione del clima, la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità, la vivibilità e l’accessibilità urbana, la coesione sociale, come pure per il rilancio della competitività del sistema socio-economico locale in chiave di green economy e nuova occupazione.
Esistono esperienze straniere, particolarmente significative a riguardo, dalle quali trarre insegnamento. Ad esempio, nel periodo tra il 1994 e il 2009 la città svedese di Vaxjo, che ha una popolazione di circa 60.000 abitanti, attraverso una politica ambientale ed energetica fortemente integrata e basata su tutte le migliori ecotecnologie disponibili, ha ridotto del 34% le emissioni di C02, nel contempo aumentando del 30% l’occupazione locale. Sembra quindi esistere una correlazione tra riduzione di un punto delle emissioni di gas climalteranti e incremento di un punto dell’occupazione. Per cui lavorare seriamente per ridurre le emissioni di C02 a Monza potrebbe voler dire anche creare in città migliaia di nuovi posti di lavoro.
Tutto questo rappresenterà l’inizio di una grande inversione di tendenza in grado di rompere l’egemonia a Monza di forze politiche e sociali che hanno ridotto lo sviluppo della città a questione di speculazione edilizia se non di mafia, facendo uscire dalla genericità le proposte dei partiti. E, quello che conta di più, riporterà Monza ad essere città del lavoro e dell’ambiente al passo delle più avanzate realtà d’Europa.
Del resto l’amministrazione Mariani nei fatti si è sostanzialmente caratterizzata per una politica di semplice “ordinaria amministrazione”. Per di più, per finanziare il bilancio, ha perseguito una politica di consumo dissennato del territorio che peggiora ulteriormente la qualità della vita dei residenti, snatura l’identità ambientale e storica della città, annulla quanto resta a Monza di agricoltura - attività primaria per l’uomo e per l’equilibrio del territorio - riduce l’attrattività del nostro territorio dal punto di vista turistico e dell’insediamento di aziende. Vuol consumare per una sola opera pubblica – lo Stadio Brianteo – 40 milioni di Euro, ovvero poco meno di ¼ dell’intera cifra indicata per tutte le opere pubbliche di cui è prevista la realizzazione nel 2012 e quasi 1/3 dell’intera spesa per investimenti del Bilancio 2011. Consideriamo questa come una spesa totalmente improduttiva, che ha solo senso come campagna elettorale ma non certo per lo sviluppo della comunità.
Purtroppo anche la Regione Lombardia fa la sua parte nell’appoggiare e finanziare opere inutili reclamate dalle forti lobbies locali sostenute dalla Giunta Mariani, come il “Centro Espositivo Polifunzionale”, ovvero la nuova fiera previsto nell’area v.le Sicilia / via Stucchi.
Mentre l’Amministrazione Comunale procede in questa politica di spreco di denaro pubblico e di disattenzione in tema dello sviluppo locale durevole e sostenibile, la crisi peggiora la situazione sociale della nostra città. Anche Monza è toccata dagli effetti negativi della globalizzazione e della crisi finanziaria del debito sovrano, come l’aumento del costo della vita, la difficoltà a reggere l’indebitamento (mutui, ecc.), la riduzione dell’occupazione in ragione delle delocalizzazioni selvagge delle imprese, l’inaridirsi delle relazioni sociali comunitarie.
Il settore manifatturiero a Monza quasi non esiste più e le imprese sopravissute si spostano altrove, in quanto gli affitti degli stabili industriali nella nostra città sono troppo elevati. Come si è verificato nel caso dell’azienda monzese più “antica” del settore fotovoltaico, che ha dovuto trasferirsi dalla nostra città a Cinisello Balsamo
Dunque oggi la crisi non è più solo ambientale ed economica, ma riguarda l’ecologia umana, cioè le ragioni più profonde dello star insieme della comunità che abita il territorio della città di Monza, oggi più che mai messe in discussione.
La crisi della famiglia e delle istituzioni formative e più in generale l’impoverirsi valoriale del mondo adulto, ovvero quello che è stato definito il “disastro antropologico” dei nostri giorni, ha portato alla grave emergenza educativa che il nostro Paese attraversa e che non risparmia Monza. Tra l’altro assistiamo alla perdita di sensibilità sociale (si pensi alla disattenzione alla situazione del carcere), al diffondersi di nuove dipendenze (ad esempio da gioco d’azzardo) e ad un allarmante fenomeno di regressione delle capacità alfabetiche della popolazione adulta e alla crescente ignoranza sociale di maneggiare gli strumenti della conoscenza (illetteralismo,
vedi oltre). Fenomeni che, associati all’elemento dispersione scolastica, da sempre piuttosto ampia a Monza e in Brianza, porta all’impoverimento culturale ed etico delle persone, rendendo più difficile la mobilità sociale verso l’alto.
Il bisogno urgente di educare i giovani al mondo globalizzato proponendo modelli formativi “cosmopoliti”, che non siano unicamente prerogativa dei ceti più ricchi e delle elité sociali più culturalizzate della città, a Monza non trova risposta. Al di là del lodevole volontarismo degli operatori, strategie educative istituzionali adeguate, ovvero sistemiche, personalizzate e diffuse, non esistono ancora.
Di fronte a questa realtà l’Amministrazione Comunale di Monza si presenta con strumenti politici a nostro avviso inadeguati all’urgenza e alla dimensione dei problemi di oggi, scarsamente innovativi e con un’organizzazione della macchina comunale certamente non all’altezza dei compiti da svolgere.
1.2 - La nostra analisi: punti di forza della situazione monzese
Se questi aspetti rappresentano gravi elementi di debolezza, Monza ha anche punti di forza da non sottovalutare.
Oltre alla ricchezza dell’ambiente naturale (Parco, Giardini della Villa, verde urbano e Lambro soprattutto) e dei beni storico-artistici (Duomo, Villa Reale, Centro Storico), per questo conosciuta nel mondo sin dall’800, va sottolineata la presenza di grandi aziende fortemente innovative e di elevata internazionalizzazione (almeno rispetto alla media della realtà italiana). Aziende operanti sul fronte diagnostico e farmaceutico (Roche, Philips e Rottapharm), nel settore medicale, energetico e biotecnologie mediche (con la SAPIO - Società Anonima Produzione Idrogeno e Ossigeno), a livello di Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (a Monza è attivo il centro di Ricerca e Sviluppo della multinazionale Cisco). Ad es. la Roche, leader in innovazione e presente a Monza con i suoi laboratori di ricerca clinica, ha oltre il 20% del fatturato investito ogni anno in Ricerca e Sviluppo. A queste si aggiungono interessanti iniziative nell’ambito del fotovoltaico realizzate nel nostro territorio. A Brugherio è attivo l’Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA) del CNR, che sta curando anche l’avvio (spin off) di imprese che realizzino sistemi di monitoraggio elettronico della qualità delle acque ma che le istituzioni sostanzialmente lasciano solo in questo impegno a sviluppare ecotecnologie nel settore acque.
Dunque l’industria green o ecoindustria si sta affermando anche nel nostro territorio, sia pure non alla stessa velocità che in altre parti d’Europa, in ragione del mancato adeguato sostegno da parte del potere pubblico.
Altra risorsa che caratterizza il territorio di Monza Brianza (e lo rende secondo solo alla Provincia di Bolzano) è la diffusione del volontariato e l’attivismo dell’associazionismo, nei vari ambiti in cui esso si articola, dal sociale, alla cultura, all’ambientalismo. In città è pure presente una ricca tradizione in ambito educativo e formativo, scolastico ed extra-scolastico, con una lunga e gloriosa storia. Notiamo però un distacco tra questa realtà e i programmi dell’Ente Locale che, ad esempio, non è riuscito ad attuare un forte coinvolgimento di questa nel Piano Giovani di recente adozione. Malgrado ciò, crediamo che proprio a questo livello, in particolare nell’ambito scolastico, ovvero nella positiva convivenza tra i nostri figli e quelli degli immigrati extra comunitari, stia per nascere quella nuova cultura di “umanesimo planetario” di cui Monza ha particolarmente bisogno. Questa, se debitamente valorizzata, renderà Monza e il nostro Paese realtà accogliente, tollerante e capace di competere nella nuova realtà sociale ed economica della globalizzazione.
Monza è sicuramente una città ricca; questa forza economica si trasmette sulla stessa tenuta finanziari dell’amministrazione, che resta notevole. Comunque l’agenzia di rating Fitch colloca la nostra città non nelle due categorie più sicure, ma nella terza, definita di rischio di tipo medio basso, avendola declassata nel mese di febbraio 2012 da A a A-.
Nella attuale situazione di crisi e di incertezza assistiamo al congelamento della ricchezza delle famiglie che, per incertezza e paura, non è reinvestita. Bisogna invece ridare fiducia nel futuro, facendo forza sulla tradizionale intraprendenza e sul filantropismo monzese e brianteo, per rimettere in circuito la ricchezza, al fine un generale miglioramento già da oggi della qualità urbana e della vita nonché per garantire gli interessi delle future generazioni. L’Amministrazione Comunale può svolgere un ruolo forte nell’animare un processo di animazione sociale in tale direzione. La nostra proposta di ecobond monzesi della green economy e della responsabilità sociale d’impresa, più avanti illustrata, vuole essere una risposta in tal senso.
Infine, malgrado l’Amministrazione Comunale non disponga di una consolidata tradizione storica di efficienza, riteniamo che la dimensione della città e la ricchezza di professionalità interne all’Ente siano tali per cui si possa prevedere una reale governabilità locale, in chiave di gestione efficace, innovativa e partecipata, delle politiche ambientali, sociali e di sviluppo del territorio monzese.
1.3 - Monza capoluogo della Brianza e città europea
Di fronte alla gravità e complessità della situazione non è possibile pensare che la soluzione dei problemi venga da risposte esclusivamente locali. La risposta deve essere insieme locale e globale (g_locale), ovvero non può che essere europea, attraverso una strategia comune a livello UE e di Stati, ma dove anche le comunità locali possono svolgere un ruolo importante. Anzi sono obbligate, come del resto dimostra la procedura d’infrazione aperta dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia per la mancanza di adeguata depurazione delle acque, già documentata da questa relazione per quanto riguarda Monza.
L’Europa recentemente si è dotata di uno strumento definito Strategia UE 2020 che ha come obiettivo una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. L’Europa lega il suo sviluppo ad una economia a bassa emissione di anidride carbonica (che nel 2020 abbia ridotto del 20% le emissioni, del 20% i consumi e con il 20% della produzione energetica proveniente da fonti rinnovabili) che sia competitiva e inclusiva, con vantaggi per tutti e non solo per i gruppi sociali più forti. Sono in via di definizione l’Energy Roadmap 2050 e la Direttiva europea sull'efficienza energetica, che dovrà essere recepita anche in Italia, dal livello nazionale a quelli locali. Del resto gli esperti dell’Università Bocconi hanno calcolato che. in Italia, il raggiungimento degli obiettivi della direttiva europea 20-20-20 trascinerebbe con sé in dieci anni un incremento occupazionale valutato tra i 100.000 e i 250.000 nuovi posti di lavoro. Gli stessi fondi che la UE eroga, e che sono rivolti anche alle comunità locali, sono ora condizionati alla compatibilità con gli obiettivi della Strategia UE 2020. Quindi, ad esempio, quando la citata Direttiva sarà entrata in vigore, i comuni avranno l’obbligo di rendere energeticamente efficienti gli stabili pubblici per una quota annua del 3%.
In questo quadro, Monza deve svolgere un ruolo politico progettuale trainante almeno proporzionale al peso che la nostra città ha in quanto significativa realtà economica della Lombardia e capoluogo della Brianza,
Noi crediamo che l’Amministrazione Comunale possa fare la sua parte per dare un contributo a che il Pubblico affronti l’esigenza di rivitalizzare il capitale sociale che Monza, città del lavoro, ha eredito dalla sua storia. Si tratta di mettere a sistema le potenzialità economiche presenti nel territorio, oggi disconnesse, autoreferenti e sofferenti, nonché di sostenerle. Sia finanziariamente, sia con un intervento pubblico che crei le condizioni strutturali, urbanistiche, logistiche, di attrattività che faccia crescere una nuova realtà imprenditoriale forte e diffusa. La prospettiva della green economy è l’unica strada per uscire, anche in Brianza, dal circolo vizioso della competizione a basso costo con i paesi emergenti, invertendo la tendenza al ridimensionamento del sistema industriale manifatturiero ormai in atto anche nel nostro territorio. Infatti uno studio della Commissione Europea del 2008 prevede che la green economy interesserà per il 60-70% proprio l’industria manifatturiera e dei servizi di ingegneria e di installazione, ambiti produttivi che molto hanno a che fare con la vocazione produttiva del nostro territorio.
Dunque noi, con i Verdi europei i quali hanno lanciato la proposta di un green new deal, crediamo che lo sviluppo sostenibile sia il cuore di un programma, locale e nazionale, di uscita alla crisi e transizione verso una società ecologica. Monza ha i requisiti per poter essere una città di buona amministrazione e di lungimirante eco innovazione di livello europeo. Questo è quanto ci proponiamo di raggiungere.
Questa visione costituisce punto di partenza per una svolta socio-economica legata ad un’azione efficace e di sistema per la protezione del clima, la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità, la vivibilità e l’accessibilità urbana, la coesione sociale, come pure per il rilancio della competitività del sistema socio-economico locale in chiave di green economy e nuova occupazione.
Esistono esperienze straniere, particolarmente significative a riguardo, dalle quali trarre insegnamento. Ad esempio, nel periodo tra il 1994 e il 2009 la città svedese di Vaxjo, che ha una popolazione di circa 60.000 abitanti, attraverso una politica ambientale ed energetica fortemente integrata e basata su tutte le migliori ecotecnologie disponibili, ha ridotto del 34% le emissioni di C02, nel contempo aumentando del 30% l’occupazione locale. Sembra quindi esistere una correlazione tra riduzione di un punto delle emissioni di gas climalteranti e incremento di un punto dell’occupazione. Per cui lavorare seriamente per ridurre le emissioni di C02 a Monza potrebbe voler dire anche creare in città migliaia di nuovi posti di lavoro.
Tutto questo rappresenterà l’inizio di una grande inversione di tendenza in grado di rompere l’egemonia a Monza di forze politiche e sociali che hanno ridotto lo sviluppo della città a questione di speculazione edilizia se non di mafia, facendo uscire dalla genericità le proposte dei partiti. E, quello che conta di più, riporterà Monza ad essere città del lavoro e dell’ambiente al passo delle più avanzate realtà d’Europa.
1.4 – La nostra visione: conversione ecologica e convivenza civile
Le prossime elezioni saranno per noi occasione per proporre pubblicamente una visione di città che definisca Monza come città giardino, delle scienze ambientali e del lavoro green. Vero capoluogo del territorio che sia in grado di farsi capofila della proposta di un Contratto sociale a livello della Provincia di Monza Brianza che fondi lo sviluppo sostenibile locale sull’adesione a un umanesimo verde, dove tecnologia e scienza trovino nutrimento nell’estetica della natura e nell’etica della convivenza civile. Infatti lavori di ricerca, come quelli sviluppati da Richard Florida, hanno dimostrato che lo sviluppo locale è legato alle tre T, ovvero è solido se nel territorio esiste disponibilità di Tecnologia, ma anche di Talento (creatività) e Tolleranza, ovvero capacità di valorizzare la diversità.
La campagna elettorale rappresenterà per noi occasione di sforzo collettivo, insieme culturale e politico, finalizzato a rendere ancora più concreta questa idea insieme ai cittadini. Cercheremo anche di raggiungere e coinvolgere il maggior numero di componenti sociali interessate (associazionismo ambientalista e della società civile, associazionismo femminile e delle famiglie, mondo dell’impresa industriale e dei servizi, scuola, Università, ultimi produttori agricoltori, organizzazioni dei lavoratori, banche e mondo della finanza, comunità religiose). Dunque una grande occasione culturale e non solo politica per avviare una vera discussione e confrontarsi tra partiti e soprattutto con la società civile finalizzata alla definizione e condivisione di una strategia di conversione ecologica e di dialogo tra culture calata nel territorio monzese che possa diventare anche governo della città.
Candidandoci al governo della città noi vogliamo ridare efficienza alla Pubblica Amministrazione nella trasparenza e nella relazione partecipativa con il cittadino. Il nostro programma elettorale vuole indicare alcuni punti, qualificanti in termini di indirizzo e il più possibile concreti, di tale proposta di strategia. Il tutto all’interno di uno schema politico-amministrativo realistico ed essenziale, ovverosia il più possibile semplice, comprensibile e credibile. Credibile in quanto capace di dimostrare come sia possibile portare Monza ad essere città dell’ambiente, del benessere e dello sviluppo sostenibile.
Si tratta di identificare e mettendo in pratica un ciclo politico virtuoso, di lungo periodo come di immediata applicazione sul quinquennio 2012-2017. Il ciclo virtuoso qui proposto lega scelta di obiettivi politico/amministrativi misurabili e spesa pubblica, prevedendo il reindirizzo della spesa storica di investimento del Comune di Monza dalle grandi opere pubbliche verso la protezione ambientale e lo sviluppo sostenibile, individuato in 3 aree precise: verde, acque, cambiamento climatico.
I tre “punti di forza” strategici della nostra proposta, che presentiamo alla discussione al fine di verificare questa come ipotesi politica ma anche tecnica realmente realizzabile, riguardano:
A. VERDE: 100.000 m2 di nuovi spazi a verde pubblico e privato (ricavati dalle aree dismesse), incrementando così di circa 11% la superficie di verde in città, passando dall’attuale 25,9% (dato ISTAT 2009) al 36,9%. In questo caso Monza passerebbe al terzo posto nella graduatoria nazionale delle città capoluogo con maggior superficie a verde!
B. ACQUE: incrementare del 15% la percentuale di popolazione servita da impianti di depurazione degli scarichi, portandola dal 80,4 % (dato ISTAT 2009) al 95%;
C. CLIMA: ridurre del 10% entro il 2017 le emissioni di CO2 e anche far sì che almeno il 20% dei consumi energetici elettrici degli edifici pubblici comunali sia coperto dai kw prodotti da impianti fotovoltaici che verranno istallati sugli stabili comunali. Questa azione, almeno in parte, potrebbe essere realizzata grazie all’incontro tra pubblico e iniziativa privata, ovvero intercettando investimenti che potrebbero essere indirizzati alla realizzazione di impianti a costo zero per l’Ente Locale.
Considerando quanto sopra detto rispetto all’esperienza di Vaxjo in tema di strategia di protezione del clima e occupazione, è ipotizzabile che, qualora si riuscisse a realizzare a Monza la stessa situazione virtuosa della città svedese, questa si tradurrebbe in un numero consistente di nuovi posti di lavoro quantificabile indicativamente in 4.500 unità.
Il documento finale di programma amministrativo dovrà pure contenere indicazione relativamente alle risorse da investire per raggiungere questi obiettivi, e sulle fonti per ottenerle (es. ridimensionamento radicale se non eliminazione della spesa prevista per lo Stadio Brianteo). Dal punto di vista finanziario, molti comuni del milanese sono già più avanti e stanno già intercettando, ad esempio, i prestiti della Banca Europea d'Investimento (B.E.I.); opportunità questa che può rappresentare un’interessante via da seguire anche a Monza.
La campagna elettorale rappresenterà per noi occasione di sforzo collettivo, insieme culturale e politico, finalizzato a rendere ancora più concreta questa idea insieme ai cittadini. Cercheremo anche di raggiungere e coinvolgere il maggior numero di componenti sociali interessate (associazionismo ambientalista e della società civile, associazionismo femminile e delle famiglie, mondo dell’impresa industriale e dei servizi, scuola, Università, ultimi produttori agricoltori, organizzazioni dei lavoratori, banche e mondo della finanza, comunità religiose). Dunque una grande occasione culturale e non solo politica per avviare una vera discussione e confrontarsi tra partiti e soprattutto con la società civile finalizzata alla definizione e condivisione di una strategia di conversione ecologica e di dialogo tra culture calata nel territorio monzese che possa diventare anche governo della città.
Candidandoci al governo della città noi vogliamo ridare efficienza alla Pubblica Amministrazione nella trasparenza e nella relazione partecipativa con il cittadino. Il nostro programma elettorale vuole indicare alcuni punti, qualificanti in termini di indirizzo e il più possibile concreti, di tale proposta di strategia. Il tutto all’interno di uno schema politico-amministrativo realistico ed essenziale, ovverosia il più possibile semplice, comprensibile e credibile. Credibile in quanto capace di dimostrare come sia possibile portare Monza ad essere città dell’ambiente, del benessere e dello sviluppo sostenibile.
Si tratta di identificare e mettendo in pratica un ciclo politico virtuoso, di lungo periodo come di immediata applicazione sul quinquennio 2012-2017. Il ciclo virtuoso qui proposto lega scelta di obiettivi politico/amministrativi misurabili e spesa pubblica, prevedendo il reindirizzo della spesa storica di investimento del Comune di Monza dalle grandi opere pubbliche verso la protezione ambientale e lo sviluppo sostenibile, individuato in 3 aree precise: verde, acque, cambiamento climatico.
I tre “punti di forza” strategici della nostra proposta, che presentiamo alla discussione al fine di verificare questa come ipotesi politica ma anche tecnica realmente realizzabile, riguardano:
A. VERDE: 100.000 m2 di nuovi spazi a verde pubblico e privato (ricavati dalle aree dismesse), incrementando così di circa 11% la superficie di verde in città, passando dall’attuale 25,9% (dato ISTAT 2009) al 36,9%. In questo caso Monza passerebbe al terzo posto nella graduatoria nazionale delle città capoluogo con maggior superficie a verde!
B. ACQUE: incrementare del 15% la percentuale di popolazione servita da impianti di depurazione degli scarichi, portandola dal 80,4 % (dato ISTAT 2009) al 95%;
C. CLIMA: ridurre del 10% entro il 2017 le emissioni di CO2 e anche far sì che almeno il 20% dei consumi energetici elettrici degli edifici pubblici comunali sia coperto dai kw prodotti da impianti fotovoltaici che verranno istallati sugli stabili comunali. Questa azione, almeno in parte, potrebbe essere realizzata grazie all’incontro tra pubblico e iniziativa privata, ovvero intercettando investimenti che potrebbero essere indirizzati alla realizzazione di impianti a costo zero per l’Ente Locale.
Considerando quanto sopra detto rispetto all’esperienza di Vaxjo in tema di strategia di protezione del clima e occupazione, è ipotizzabile che, qualora si riuscisse a realizzare a Monza la stessa situazione virtuosa della città svedese, questa si tradurrebbe in un numero consistente di nuovi posti di lavoro quantificabile indicativamente in 4.500 unità.
Il documento finale di programma amministrativo dovrà pure contenere indicazione relativamente alle risorse da investire per raggiungere questi obiettivi, e sulle fonti per ottenerle (es. ridimensionamento radicale se non eliminazione della spesa prevista per lo Stadio Brianteo). Dal punto di vista finanziario, molti comuni del milanese sono già più avanti e stanno già intercettando, ad esempio, i prestiti della Banca Europea d'Investimento (B.E.I.); opportunità questa che può rappresentare un’interessante via da seguire anche a Monza.